Tartare – con quel pezzo di aglio che è un must a cui i cechi non rinunciano

Una delle carni più buone dopo le polpette di cavallo catanesi che io abbia mai mangiato.

Vi ricordate quando mi lamentai della cucina praghese e della qualità della carne ceca?

http://foodandpoetry.it/scorci-food-2/

Ora sono costretta ad ammetterlo: Errata corrige.

Continuo a pensare che quella venduta al supermercato sia immangiabile, dato che, per campare, sono costretta a ricorrere al tritato, composto al 90% di pollo/manzo. Il restante 10% non saprò mai cosa sia, perché l’unica cosa che continuo a saper dire in ceco, a distanza di nove mesi, è “Dobry den”, aka “Buongiorno”.

Tornando al discorso carne, sabato scorso avevo voglia di uno “sgarro leggero”, a base di proteine e grassi, dovendo riprendermi dall’eccessiva introduzione di carboidrati da “vacanza siciliana”.

Servendomi del nostro, ormai, best-friend “Tripadvisor”, la mia attenzione è ricaduta su questo posto, il cui sito web si presenta molto appetibile anche graficamente.

E, fidatevi, che per quella “huge” parte dell’est Europa, amante del trash, è già una grande novità.

Dal sito non è facilmente intuibile, ma si tratta di una sorta di self-service; o meglio, si ordina al bancone, dove è ben esposta la carne fresca del giorno, si prende un segna posto con un numero inciso sopra e si aspetta al tavolo di essere serviti da un cameriere, che si limita a portare il tutto. Pertanto, non fatevi ingannare dalle foto che vedete online, ma il luogo non è particolarmente elegante e, a meno che non siate fortunati come noi che siamo riusciti a trovare un tavolo per due, si rischia di dover condividere la cena, seduti accanto a degli sconosciuti.

Beh, magari nascono delle grandi amicizie, a base di tartare e birra da due euro.

Chissà.

I prezzi sono esposti e la carne si paga “al peso”, come è giusto che sia. Io ho preso la tartare e un taglio di carne molto soffice, mentre il mio ragazzo una bistecca e delle salsicce.

Qui lo dico e lo ripeto come da primo paragrafo, una delle carni più buone, dopo le polpette di cavallo catanesi, che io abbia mai mangiato; si scioglieva quasi in bocca. Le uniche cose un po’ “meh” erano le salsicce che, tutto sommato, per quel prezzo si lasciavano gustare.

Chiaro: sempre a patto che scegliate la cottura “al sangue”, altrimenti non siete neanche degni di venire chiamati “onnivori”.

Qualche piccolo “fact”:

  • Non vi sono alternative vegane, ma, d’altronde, se siete vegani, “cu vi ci potta?” (traduzione non letterale: perché dovreste andare a mangiare qui?)
  • Oltre alla carne fresca, si può optare per delle alternative di stufato già cotti, ma tra tutto il “ben di Dio” tra cui potete scegliere, ripiegare su dello stufato, fatto probabilmente con gli scarti, anche no.
  • I cuochi si meritano un 10/10 già solo, perché la carne, contrariamente a quasi tutti i ristoranti non italiani, non è cotta nel burro.
  • Consiglio di provare come contorno il pancake di patate. Questo, naturalmente, invece, cotto nel burro.
  • Sconsiglio, al contrario, le patate al forno, dall’apparenza e dal gusto “scialbo”; prima che poi pensate di non essere più in grado di percepire bene i sapori e di esservi ammalati di COVID.
  • Lo staff è mediamente accogliente e il posto, malgrado sia un self-service al tavolo, è piuttosto curato e pulito.
  • La caraffa d’acqua vi costerà più della birra, che è una cosa piuttosto comune a Praga. Ecco il motivo per cui vi abituerete a vedere per le strade della città giovani e vecchi armati di lattina da due litri, già dalle dieci del mattino.

Arrivati a questo punto, una domanda sorge spontanea. E’ caro?

Nì. E’ caro se paragonato ai prezzi di un tipico ristorante ceco, ma è sicuramente sotto la media se ne consideriamo la qualità. Inoltre, molto dipende dal tipo di carne che sceglierete. La tartare, ad esempio, che è la cosa più buona che abbiamo mangiato, ha un prezzo medio di sette euro per circa 180 grammi, e ancora meno costano un paio di salsicce, mentre la bistecca, che, a sua discolpa, era circa mezzo chilo, l’abbiamo pagata poco più di 30 euro, per un totale finale di circa 58 euro per una bistecca, due salsicce, una tartare, altri 150 grammi di carne, del cui taglio non ricordo il nome, una birra, una caraffa d’acqua, un pancake di patate e delle patate al forno. Il che vuol dire che, esclusa la bistecca di 30 euro, il resto è costato circa 28 euro.

Il must rimane comunque la tartare, per qualità e prezzo.

Infatti, probabilmente la prossima volta faremo una cena a base di 5 tartare.

A testa.

Sarah

Ho conseguito la laurea in "Design di Interni' presso il Politecnico di Milano; esperienza che mi ha consentito di combinare creatività e progettazione attraverso la realizzazione di spazi intangibili, padiglioni e temporary store. Successivamente, ho deciso di dare un’impronta più manageriale al mio percorso accademico attraverso un master in “Strategic management for global business”, a cui ha fatto seguito un’offerta lavorativa a Praga, dove attualmente mi trovo, lavorando come Project manager junior per una multinazionale. Nonostante il mio percorso sia cambiato nel corso di questi anni, l’arte e il design, nelle loro varie sfumature e sfaccettature, continuano a suscitare in me sempre un grande fascino. Nonostante tutto, rimango dell’idea che management e creatività possano essere facce di quella stessa medaglia, chiamata "innovazione".