Era buio,
anzi era luce.
Era oscurità,
anzi era bagliore.
Era tenebre,
anzi era lampo.
Era un luogo indefinito, senza tempo e senza spazio, senza gioia e dolore, senza bene e male. Anzi era l’opposto. Era un luogo dove il tempo volava come uno stormo di rondini e si trascinava come un vecchio storpio. Era un luogo dove lo sguardo si perdeva e i confini sembravano avanzare. Era un luogo dove si poteva udire lo schiamazzo di risate felici e il lento singhiozzare di anime perdute. Era il regno di Adonai e quello di Mefistofele; dove gli antipodi si incontrano e scontrano danzando. “Ti stavo aspettando” una voce cupa riecheggiò senza eco alcuno. “Anche io” rispose in maniera più pacata una figura vestita di oscurità: “Ho ricevuto il tuo messaggio e ne sono rimasto piacevolmente colpito. Saranno secoli che non mi concedi un’udienza, costringendomi sempre a parlare con messaggeri dall’aria spaventata”.
“Arimane, non essere adirato verso i miei inviati. Non è facile specchiarsi con spavalderia tra le acque torbide della notte”.
“Io non costringo nessuno a farlo e ogni forestiero è il benvenuto alla mia corte. E’ nel tuo regno che si entra solo se si possiedono dei requisiti”.
“Il mio regno è aperto a tutti coloro che si dimostrano abbastanza saggi da abitarlo” tuonò la voce.
“Vorrai dire a tutti coloro che hanno rinunciato al libero arbitrio, credendo in qualcosa che non possono vedere e che li costringe a chiedere il permesso per tutto e a pentirsi di ogni azione, anche di quelle che suscitano in loro solo piacere e appagamento. Io la chiamerei stupidità non saggezza”. Mefistofele emise un sospiro, poi continuò: “Comunque, suppongo tu non mi abbia convocato oggi per discutere di rancori passati e presenti”.
“Difatti, il mio intento non era quello di sottolineare ulteriormente le nostre divergenze. Sono qui per proporti un accordo”
Mefistofele drizzò le orecchie. Un accordo? Adonai ordinava, non stringeva patti.
“Che accordo?”
“Da secoli e per secoli ci siamo scontrati. Per il bene e per il male. E nessuno di noi ha mai vinto e forse mai vincerà. Gli uomini credono di perseguire la verità e sono disposti ad usare qualsiasi mezzo, arrancando giorno dopo giorno, anno dopo anno, per poi morire insoddisfatti. I più fortunati trasmettono i propri tormenti alle generazioni future, influenzate dalle loro opere, ma insofferenti rimangono”
“I tuoi sermoni sono molto interessanti, ma preferirei arrivare al punto prima che il fuoco del mio talamo si spenga”
“Vorrei unire le nostre forze per avere finalmente una risposta ai nostri dubbi. Concedere il libero arbitrio e la forza per scegliere il proprio destino per poi vedere verso dove verte l’ago della bilancia”
“La cosa si fa allettante”.
“Accetti?”
Silenzio.
“Accetto”