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Avete presente quando smettete di fare qualcosa per mesi o anni, magari proprio quella cosa che era per voi una grande passione, e cominciate a domandarvi se ne sareste ancora capaci?
Credo sia capitato a tutti.
A me è successo con la chitarra classica, passione durata un battito di ciglia. E chi, almeno una volta nella vita, ha provato a chiedere informazioni in merito al costo di una singola lezione privata, sa quanto possa essere esoso questo “hobby”. Infatti, dopo più o meno due anni, complice il mio carattere instabile e, detto tra noi, anche il carattere instabile del mio maestro, ho deciso di dedicarmi ad hobby piu salutari per il mio corpo e per il mio spirito: sport, teatro e coro.
Tra essi, solo lo sport è ancora al centro dei miei pensieri e con sport intendo prevalentemente “allenamento in sala pesi”, e non venite a chiedermi di correre, perché se corro è sicuramente successo qualcosa, mentre non sono mai uscita illesa da qualsiasi altra attività fisica. Testimone la cicatrice che ho sulla mano, a seguito di una rovinosa caduta sugli sci (ed era la prima volta ed il primo giro in totale autonomia). Giorno infausto che ha decretato l’inizio della fine di qualsiasi proposito futuro di “Settimana Bianca” a Courmayeur (il mio portafoglio ringrazia).
Per tornare al dunque. In poche parole, non è stato semplice tornare a scrivere dopo tutti questi mesi. Ammetto di aver riscritto le prime due frasi piu’ volte e, in fin dei conti, sono anche quelle che la mia mente ha partorito con piu fatica. Scrivere in prosa è un poco come il sesso, meno lo fai e meno lo vuoi fare, fino a quando non ti ritrovi nel limbo dell’accidico far nulla. Che poi non è che proprio non ti vada di scopare, piu’ che altro ti mancano gli input, la voglia, l’energia, la pazienza.
Ecco, la stessa cosa vale per la scrittura. Non è che tu non abbia voglia di scrivere, ma a volte ti manca l’ispirazione per farlo. D’altronde la prosa, non è come la poesia, per cui bastano a volte quei cinque minuti di repentino pathos emotivo, la cui durata non supera quella di una sveltina. Essa risulta più complessa, persino più di trovare le giuste rime o di controllare che tutti i versi in un sonetto siano endecassilabi al fine di rispettarne la metrica. Ho riflettuto a lungo in questi mesi di astinenza, su come poter ricominciare di nuovo. E, a volerlo ulteriormente sottolineare, astinenza è proprio il termine corretto, come da una droga leggera che ti da assuefazione, proprio come il sesso.
P.S: e se me lo steste chiedendo, no, non sarei in grado di tornare a suonare la chitarra, però, malgrado le lunghe pause, non potrei mai smettere di scrivere…e neanche di fare del buon sesso.