Galleria
Umberto ICrocchetta di patate e pancetta Pausa pizza Maschio Angioino Pompei Accompagnamento alla “non in foto” pizza fritta Vista “Vesuvio”
La Napoli bella e moderna dal degrado di sconvolgente bellezza.
“Vedi Napoli e poi muori”
Probabilmente non molti sanno che questo “detto”, ormai di uso comune, fu pronunciato dal poeta e scrittore Goethe dopo un soggiorno nel capoluogo campano che lo aveva letteralmente stregato. Per una persona proveniente dai freddi paesi nordici rimanere colpiti dal clima, dal calore delle persone e dal buon cibo mediterraneo è normale, ma per chi, invece, è solito a tali costumi, l’impatto è sicuramente diverso. Premetto che avevo già visitato Napoli recentemente, dato che mio fratello si è trasferito per studiare a Caserta, ma era stata solo una “toccata e fuga”. Per questo motivo, approfittando anche di un matrimonio a Salerno, ho deciso di coronare la fine delle mie ferie con una settimana di “sole e mare” prima di ritornare nella grigia Milano.
Dico “sole e mare” ma è stato più un “mare e musei” per l’infelicità del mio ragazzo. Tralasciando tutte le meraviglie artistiche e architettoniche, Napoli ha molto da offrire anche in termini di cibo e vita. Si respira un’aria diversa rispetto al Nord; nessuno va di fretta, i mercanti per strada alzano la voce per richiamare l’attenzione dei passanti e non per lamentarsi di un autobus in ritardo di 2 minuti, ogni tanto/spesso qualcuno dai modi simpatici e grotteschi ti ferma per cercare di venderti un paio di calzini o mutande e la gente è sempre sorridente, anche se i ¾ dei turisti sono di origine straniera.
Le tappe che non possono sicuramente mancare a livello culturale sono varie:
– Il Museo archeologico cattura l’attenzione anche di coloro che di arte ne respirano poca
– Il Museo di Capodimonte è appena fuori città, comodissimo sia con la macchina che con i mezzi per quanto si possano definire comodi i mezzi a Napoli; la visita intera dura almeno 1 ora se non di più, quindi, se siete come il mio ragazzo che ad ogni sala si sedeva ad aspettarmi, valutate bene.
– La Galleria nazione d’Italia presenta una collezione di proprietà di Intesa San Paolo. Si trova nel cuore di Spacca Napoli, quindi è impossibile non vederla
– Il Palazzo Reale e piazza del Plebiscito sono sicuramente di impatto e lasciano spazio ad un’ampia piazza dove frequenti turisti amano immortalarsi con selfie imbarazzanti. Se siete amanti di questo tipo di arredamento vintage/rinascimentale è sicuramente obbligatorio fare tappa anche alla Reggia di Caserta, che dista circa 30 minuti da Napoli.
– La Galleria Umberto è molto simile a quella dedicata a Vittorio Emanuele di Milano con dimensioni più ridotte e prezzi più accesibili.
– Il Duomo è sicuramente un’altra tappa da prendere in considerazione, nonostante si trovi in una posizione differente rispetto al cuore pulsante di Napoli, mentre consiglio la visione della Cappella di San Severo solo a coloro che sono appassionati veramente all’arte barocca.
Dato che siete in zona, approfittatene per fare un salto a visitare la Napoli sotterranea – un salto non lo definirei proprio dato che una visita media dura più o meno 1 ora – e non fate troppo i coraggiosi nei cunicoli perchè fanno un pò body shaming a chi ha qualche kg in più, rischiando di farvi rimanere incastrati e non è una bella sensazione. Simile ma con una storia tutta differente, è la Galleria Borbonica. E’ molto più piccola ma le guide sono molto brave e raccontano con passione una storia di morte e disperazione; la storia della Seconda Guerra Mondiale dove le persone rimanevano ore e giorni costipate in pochi mq.
Se siete amanti dell’arte medievale, vi consiglio di andare a visitare i vari castelli: Castel Nuovo (che ospita anche una piccola ma interessante mostra), Castel Sant’Elmo che è il più grande e maestoso e Castel Dell’Uovo che è sicuramente quello con la location migliore trovandosi al centro del Lungo mare. Peccato che questa posizione centrale lo porti ad avere sul ponte di collegamento con la terra ferma diverse persone intente ad abbronzarsi o a farsi il bagno in un’acqua poco raccomandabile.
Dopo questa breve entry, parliamo un pò della vita a Napoli. Il centro è racchiuso tra Museo e via Toledo e termina sul Lungomare dove diversi bar e locali consentono di godersi un buon aperitivo, sorseggiando uno spritz al limoncello, molto campano, e gustando qualche snack.
Poi basta.
Basta nel senso che appena ci si allontana un pò dal centro, la situazione peggiora. Basta allontanarsi 2 km dalla stazione centrale per imbattersi in edifici fatiscenti. Napoli è urbanisticamente impostata come poche vie principali grandi e un continum di viuzze che di giorno appaiono sicure, di notte un pò meno. Considerate che a due passi da via Toledo, paralleli come gemelli scomodi, si insidiano i Quartieri Spagnoli.
E’ possibile percorrerli con la macchina, ma vi sconsiglio questa avventura perché il codice della strada è abbastanza sconosciuto e potrebbe all’improvviso sbucare una persona o un motorino. Inoltre, alcune si restringono a tal punto che o avete una smart o meglio fare marcia indietro. E’ stato questo sicuramente uno degli aspetti che mi ha colpito di più e che non avevo notato la prima volta. Probabilmente è un elemento che neanche un turista nota, muovendosi a piedi e in zone centrali ma esiste.
Napoli è bella e moderna se rimane “testa” ma bastano un paio di metri per essere “croce” e cambiare totalmente faccia. Tutto diventa metonimia del degrado: in quattro su un motorino senza casco, edifici che sembrano essere ancora in piedi per miracolo solo perché il Vesuvio ha deciso di non eruttare e scuotere le fondamenta della terra, abusivismo evidente con lucchetti rotti alle porte, macchine senza assicurazione (basta mettere la targa su Google per scoprirlo), donne con seni abbondanti e pance flaccide accerchiate da 3 o 4 bambini quasi della stessa età e anziani sull’uscio intenti a sputare e maledire.
Abitando a Catania, non è per me una novità che in ogni città vi siano quartieri “belli” e quartieri che “fatti accompagnare quando torni a casa” – ci sono, e non pochi, anche a Milano – ma la cosa che qui mi ha stupito è che siano così tanti e così vicini alla città. Per arrivare al “Fortino” o al “Tunniceddu ra playa” dal centro di Catania la camminata è lunga. Lo stesso discorso è applicabile anche a Milano dove tra la zona di uscite serali come Navigli, Duomo, Brera e quelle di stupri serali come Viale Monza vi sono più di un paio di fermate di metro. Al contrario, siamo passati con la macchina da Scampia e Secondigliano è mi sono apparse più sicure di altre zone in centro città. Anzi, fatta eccezione per le vele che sono veramente in situazioni disastrose, il resto è abbastanza tranquillo e n condizioni discrete.
Il cibo è buono ma su questo il Sud non si smentisce mai, però, dalla fama che ha nel resto di Italia, onestamente mi aspettavo di più. La riccia è tra i miei dolci preferiti, tanto da averla mangiata a colazione tutti i giorni e tra le tante pasticcerie, qualora doveste capitare a Caserta, vi consiglio quella con la tenda rossa che si trova al Duomo. La pastiera napoletana è, invece, un dolce che deve piacere e nè a me nè al mio ragazzo ha fatto impazzire ed è doveroso premettere che se metti un tavolo davanti al mio ragazzo, lui è capace di mangiarsi anche quello. Per il resto probabilmente non siamo stati molto fortunati, perchè per il pranzo ci siamo sempre arrangiati con insalata e frutta per evitare di pesare 100 kg a fine vacanza, mentre per la cena abbiamo scelto sempre ristoranti e pizzerie.
Vi consiglio sicuramente di provare “Fofò” a Caserta. Noi abbiamo ordinato due pizze e un antipasto che era una sorta di crocchè ripieno di pancetta. La farina è molto digeribile e, nonostante l’antipasto non mi abbia fatto impazzire forse per via dell’amarognolo rilasciato dal grasso della pancetta, ne vale sicuramente la pena, oltre al fatto che il personale è molto gentile. Dopo aver pagato, ci siamo resi conto che non aveva considerato il dolce, siamo tornati indietro e ci hanno risposto che andava bene così, probabilmente volendo premiare la nostra onestà.
Martedì sera siamo finiti in un posto che in sicilia definiremmo “scrauso” – “scadente”. Il nostro intento principale era provare “Nennella” che, invece, aveva ben deciso di chiudere ad Agosto; un agosto pieno di turisti. Il secondo ristorante che avevamo trovato aveva una fila incredibile da rispettare, oltre al fatto che nel pieno del servizio il titolare del locale si è avvicinato dando una busta con dei soldi ad un altro e invitandolo ad andarsene. Recupero crediti? Beh alle 21:00 non credo. Alla fine siamo finiti in questo locale, recensito male e per un buon motivo. Pizza banale e frittura mista cruda, nonostante siano due piatti che dovrebbero rappresentare a pieno la cucina di Napoli. Una sera abbiamo deciso di cenare a casa perchè avevamo pranzato fuori.
Vi consiglio questo posto molto vicino a Castel Sant’Elmo dove con pochissimo abbiamo ordinato una buona pizza fritta e un tagliere di salumi. Uno dei camerieri, forse il titolare, è un uomo molto affabile e gentile che ha apprezzato la fusione di generi tra me e il mio ragazzo, riappacificazione di un continuo scontro Pavia/Catania. In realtà quasi tutti sono simpatici e dalla “battuta pronta” qui.
Nonostante la cattiva nomina di Napoli in termini di sicurezza, vi posso assicurare che le strade centrali sono ben sovergliate, più di Milano. E’ più probabile che siate voi stessi a dare soldi ad un venditore ambulante, che riesce benissimo a persuadervi con i suoi modi, che subire un furto direttamente. Per sicurezza, comunque, quando camminate in posti affollati tenete la borsa davanti, ma in realtà è una cosa che consiglierei in qualsiasi città dove si rischia di incolonarsi tipo “sardine” in un minuscolo spazio vitale. I prezzi sono sicuramente più modesti di Milano ma più alti della Sicilia, soprattutto le strisce blu; queste sono un vero furto legale.
In conclusione, vi consiglio di visitare Napoli. Ne vale la pena da un punto di vista artistico, culturale, culinario (soprattutto se siete convinti che la polenta sia buona perchè, spoiler, non lo è. E’ il condimento ad esserlo). La gente è molto “alla mano” e i prezzi sono modesti lontani dal centro. Il mare rimane il mare e per me una città senza mare, è una città un pò triste, però, tranquilli, poi non si muore.